15 giugno 2005

Avanti così

Belli i commenti. Belli.

Vi pongo un'altra tesi, ispirandomi ad Amica N e SacherFire.
Il referendum è fallito perché politicizzato?
Cioè, si è voluto il referendum non perché si doveva decidere delle bontà di una legge, ma piuttosto con intenti più vicini alla politica elettorale?

Questi intenti sarebbero: contarsi, vedere quanti si riesce a portare al voto, valutare il proprio appeal sulla massa elettorale, oppure, riprendendo Schifani che aveva detto che il governo non era neutrale, dare una spallata a questa maggioranza.

(Il miglior commento che ho letto, superiorissimo a tanti altri, JimMomo)

3 commenti:

  1. IMHO, l'istituto del referendum va riformato. E' finito in un vicolo cieco dal quale non se ne esce.

    E' troppo facile farlo fallire, ed ogni fallimento è un loop che incrementa la sfiducia.

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  2. Il referendum, come strumento democratico, è stato abusato. Come dice Gerry, o lo si riforma o è destinato a fallire.

    La politica dovrebbe generare buone leggi; in tal senso il referendum può diventare uno strumento politico.

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  3. Il referendum purtroppo non funziona più, eppure un'iniziativa correttiva del potere legislativo occorre sempre imho. Ed è legittimata solo se è affidata a chi è sovrano sul potere legislativo, cioè lo stesso elettorato. Sono d'accordo con Gerry sul riformarlo.
    Il fallimento (inteso come affluenza troppo bassa, non come sicuro motivo del mancato raggiungimento del quorum) dipende più da difetti comunicativi dei referendari (parevano le stesse campagne referendarie di 20 anni fa) che da questioni puramente elettorali.
    Il post di JimMomo non è di facile lettura, vuoi perché sono stanco, vuoi perché troppe citazioni appesantiscono, vuoi perché non capisco poi molto;-).... ma se mi citi un'altra volta Schifani allora sì che stavolta arrivano le offese!!!;-PPPP

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