27 ottobre 2006

X marks the spot

In una discussione di qualche giorno fa, un noto IFMU2er ha portato alla mia attenzione il Doriforo di Policleto, che non conoscevo di nome, ma avevo visto diverse volte.

Uno dei motivi per cui questa statua è molto famosa, e anche molto importante, è che la postura della statua porta un'innovazione detta chiasmo.

Chiasmo significa semplicemente incrocio, perché la lettera Chi greca si scrive come una x (Χ maiuscolo, χ minuscolo).

Non sapevo del chiasmo di Policleto, ma lo conoscevo sotto un altro uso.
Il chiasmo, come la metafora o la sineddoche, è una figura retorica, cioè una disposizione di parole o anche di sillabe o accenti, che si inseriscono in un discorso per creare un effetto.

Le figure retoriche sono tantissime, e ciascuno di noi, parlando o scrivendo, le ha usate milioni di volte in vita sua.

Se chiedete a mia madre, probabilmente vi dirà che ho cominciato a leggere a quattro anni.
Io preferisco pensare che ho cominciato a leggere quando la mia professoressa di lettere delle superiori mi ha spiegato le figure retoriche.

A parte il fatto di avere nomi terrificanti, come asindeto, metonimia o sinalefe, conoscerle apre veramente un nuovo universo.
Questo non solo perché fanno capire meglio quel che si sta leggendo o ascoltando, ma il loro uso varia a seconda dell'autore e anche del periodo storico a artistico.
Ad esempio, i simbolisti francesi usavano molto la metafora.

La mia preferita era appunto il chiasmo, che è semplicissimo da fare.
Basta scrivere una cosa cosi:

L'archeologo romano
e la sua bella fidanzata


In questo caso l'ho fatto con sostantivo-aggettivo e poi aggettivo-sostantivo, cioè li ho scritti prima in un modo e poi li ho invertiti, ma si può fare con qualunque altro elemento grammaticale, come verbi, avverbi o quel che si vuole.
Si può usare per mettere in risalto una delle due coppie, o per far spiccare un contrasto, che poi è l'uso più comune.

Di tutti i chiasmi che ho letto, il mio preferito resta questo:

Madre è di parto e di voler matrigna

Sta nella Ginestra di Leopardi, e sta parlando della Natura.
Ecco, io per essere capace di scrivere una cosa così, sarei disposto anche a saltare un concerto.

P. S.
Mentre scrivevo, come sarà facile immaginare, mi è tornata in mente la mia prof di lettere.
Faccio uno strappo alla regola di non fare nomi sul blog, si chiama Professoressa Daffinà, e penosamente non ne ricordo il nome, d'altra parte si sa che i professori hanno solo il cognome.
Se il suo insegnamento mi fa scrivere post a vent'anni di distanza, vuol dire che quel che mi ha lasciato è andato ben al di là delle questioni della materia, e sono sicuro che senza sarei peggiore di quello che sono ora.
E più di questo, sinceramente, a un insegnante non si può chiedere.

3 commenti:

  1. E pensare che io so a malapena riconoscere una metafa... L'itagliano non è il mio forte, tranne quando c'è da discutere con chi so io ;-P
    Carino ricordare i prof. che ci hanno positivamente segnato. Evviva i prof bravi!
    P.S. avendone visti a centigliaia di concerti, potresti sfruttare l'occasione di saltarne più di uno non solo per scribacchiare chiasmi ;-P

    RispondiElimina
  2. A tre quarti di post ero ancora convinto che ci stavi facendo una supercazzola ;-p

    "Un articolo gradevole
    sullo sconosciuto chiasmo"

    RispondiElimina
  3. In figure retoriche we trust

    RispondiElimina