01 ottobre 2010

L'ingegnere

(Premessa d'obbligo, questo è un post lungo, con noiosi riferimenti legislativi, poco interessante per chi non vive a Roma. Si parla del mitico Grande Raccordo Anulare, che i romani chiamano più brevemente e' Raccordo, e così lo chiamerò anche io)

In Italia, ma in realtà in tutto il mondo, le strade sono classificate.
Le strade comunali sono quelle dove tutti noi abbiamo casa, e se ne occupa il comune, le strade provinciali (SP) sono quelle che vanno da un comune all'altro, e se ne occupa la provincia, le strade regionali (SR) sono quasi tutte ex statali che con il trasferimento delle competenze sono passate in gestione alle singole regioni, le statali (SS), che una volta erano moltissime, sono gestite dallo stato attraverso l'ANAS, azienda che è un pezzo del fu Ministero dei Lavori Pubblici, oggi Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.

Al vertice della classifica ci sono le autostrade, che hanno una A davanti, e che hanno diversi gestori; la stragrande maggioranza è in mano ad Autostrade per l'Italia, già Società Autostrade, privatizzata anni fa in modo non esente da qualche critica.
Poi ci sono un pugno di piccoli gestori, come nel caso della Torino Trieste (A4) che ne ha ben cinque, e poi anche qui c'è l'ANAS.
È facile capire quali autostrade sono in gestione ANAS: sono quelle che non si pagano, e per la precisione il Grande Raccordo Anulare (A90), la Roma Aeroporto di Fiumicino (A91) e la famigerata Salerno Reggio Calabria (A3), più un po' di autostrade siciliane.

Sul Raccordo spendo qualche parola.
Immagino che tutti saprete cos'è, e cioè una strada circolare che gira tutt'intorno a Roma.
Concepita dall'ANAS subito dopo la guerra, all'inizio era una C rovesciata, e non comprendeva la parte ovest, all'epoca quasi del tutto campagna.
Per molti anni il raccordo è stato una statale, di nome SS GRA, poi elevato al rango di autostrada negli anni '90.
Il cerchio venne chiuso negli anni '70, e non è mai stato amato dagli urbanisti, che vedevano in una simile forma una specie di confine della città.
Il Raccordo non è più un confine in realtà da decenni, tranne che per quelli che pensano che Centocelle sia periferia, ma è gente di cui non mi occupo.

Era necessario il Raccordo? Sono tentato di rispondere di sì.
Tra gli infiniti problemi di Roma c'è il suo enorme e angusto centro, difficile da attraversare in auto e del tutto intoccabile dal punto di vista strutturale, essendo bene culturale anche l'ultimo dei mattoni.
Lo so che per chi non vive qua il mio può sembrare un atteggiamento curioso, ma per la banale vita quotidiana, andare a lavorare, fare la spesa, il centro è una palude da attraversare in tacco 12.
Siccome lo sappiamo abbiamo fatto una serie di tentativi: la Togliatti, la tangenziale, l'Olimpica, e ovviamente il Raccordo. Tutta la storia urbanistica di Roma nel dopoguerra non è nient'altro che un lunghissimo tentativo di aggirare il centro, con l'aggiunta di un paio di linee di metro.

Lasciando da parte la storia, il punto è che oggi il Raccordo è imprescindibile per qualunque movimento dentro la città.
Frasi come "co' Raccordo fai prima" o "me tocca fa e' Raccordo" vengono pronunciate dai romani almeno un paio di volte al giorno.
Molti, forse la maggior parte di chi vive in questa città, non avrebbero idea di come andare dalla Casilina all'Ostiense passando per il centro, mentre sa farlo con il Raccordo.
Conoscerlo, per tutti noi romani, è come imparare le tabelline alle elementari: se non le sai rimani impedito per tutta la vita.

E allora, questa A90 si dovrà pagare o no?
Qui devo rimandarvi al decreto legge 31 del 31 maggio di quest'anno, che poi altro non è che la finanziaria.
Ne riporterò qualche brano, quelli che contano.

"1. Entro quarantacinque giorni dall'entrata in vigore del presente decreto-legge, (...), sono stabiliti criteri e modalità per l'applicazione entro il 30 aprile 2011 del pedaggio sulle autostrade e sui raccordi autostradali in gestione diretta di ANAS SpA, in relazione ai costi di investimento e di manutenzione straordinaria oltre che quelli relativi alla gestione, nonché l'elenco delle tratte da sottoporre a pedaggio

2. In fase transitoria, a decorrere dal primo giorno del secondo mese successivo a quello di entrata in vigore del presente decreto e fino alla data di applicazione dei pedaggi di cui al comma 1, comunque non oltre il 31 dicembre 2011, ANAS S.p.A. è autorizzata ad applicare una maggiorazione tariffaria forfettaria di un euro per le classi di pedaggio A e B e di due euro per le classi di pedaggio 3, 4 e 5, presso le stazioni di esazione delle autostrade a pedaggio assentite in concessione che si interconnettono con le autostrade e i raccordi autostradali in gestione diretta ANAS (...). Le maggiorazioni tariffarie di cui al presente comma non potranno comunque comportare un incremento superiore al 25% del pedaggio altrimenti dovuto

3. Le entrate derivanti dall'attuazione dei commi 1 e 2 vanno a riduzione dei contributi annui dovuti dallo Stato per investimenti relativi a opere e interventi di manutenzione straordinaria anche in corso di esecuzione."

La parte in grassetto l'ho messa io, perché quella data è stata aggiunta con il Decreto Legge 125, detto "Decreto Tirrenia". A significa moto, B macchine, gli altri sono camion.

Cosa vuol dire questa roba? Vuol dire che i tratti autostradali dell'ANAS devono diventare a pagamento, e anche con una certa fretta.
Nel frattempo, dato che per realizzare i nuovi caselli potrebbe volerci un bel po', l'ANAS può prendersi un aumento proprio su quei caselli che vanno verso il Raccordo, che sarebbero Fiano e Monte Porzio, cosa che ha prontamente fatto.
La barzelletta sul completamento della Salerno Reggio, 450 chilometri con vari tratti di montagna da fare in tre anni, alla luce di questo decreto diventa quasi una presa in giro.

È giusto pagare il Raccordo? Come potete vedere la questione non sta lì, ma nel compensare i soldi che lo Stato non darà più all'ANAS, cosa che equivale pagare una tassa, come ormai anche i più fessi dovrebbero aver capito.
Questo ai romani non piace, per la banale ragione che a nessuno va di pagare una cosa che prima non pagava.
Portare l'obiezione che la tangenziale cittadina, definita in qualunque modo si voglia, in altre città si paga è del tutto irrilevante.
Ci sono città pure città dove si paga l'Ecopass. Dovremmo per questo mettere l'Ecopass a Bari o a Cagliari? Non pagare i parcheggi perché non si pagano a Latina?

Permettetemi di introdurre un parallelo.
La Congestion Charge, la tassa che deve pagare chiunque entri nel centro di Londra, e che costa la cifra non trascurabile di 8 sterline al giorno, viene scontata del 90% ai residenti di Kensington e Chelsea, che non è propriamente un quartiere operaio.
Questo avviene perché gli elettori del borough, che è come un municipio romano ma con più poteri, chiedono ai loro rappresentanti di fargli pagare meno tasse, come piace a tutti, e i rappresentanti rispondono agli elettori, non a un'ipotetica giustizia sociale delle tangenziali.

I politici romani, dal Campidoglio a Montecitorio, cercano, o dovrebbero cercare, di fare questo, gli interessi di chi li elegge, in particolar modo quando l'alternativa è mettere una toppa a dei tagli che per me sarebbero sbagliati anche senza contropartita.
È altresì divertente che il partito di maggior successo elettorale del nord, che ha costruito buona parte delle sue fortune urlando contro i soldi che vanno a Roma, trovi da ridire quando la stessa cosa viene fatta più a sud.
Il sindaco sa bene che l'eventuale pedaggio sul Raccordo manderebbe a zero le sue possibilità di rielezione, perché un romano può infischiarsene della metro, del tunnel di Monte Mario, della stazione Tiburtina, ma del Raccordo no.

Più su non ho scritto "dovrebbero" a caso, perché al contrario dei miei ragionamenti il sindaco Alemanno ha invece deciso di non fare proprio niente, come racconta il presidente dell'ANAS.
L'unico che ha tentato di fare qualcosa è stato il presidente della provincia, Zingaretti, che con un ricorso al TAR, poi confermato dal Consiglio di Stato, è riuscito ad annullare gli effetti del secondo comma; non potrà però più fare nulla contro il primo, dopo la sua approvazione alla camera.

A questo punto, mentre l'ANAS prepara il suo modernissimo sistema senza quelle barriere che sarebbero insostenibili per costi e traffico, io posso iniziare a immaginarmi il romano medio che si imbottiglia a via di Tor Tre Teste per non pagare i 50 centesimi del tratto Prenestina Tuscolana.
Ascoltando qualche radio che gli dice che "so' tutti uguali".
Buona fila.

1 commento:

  1. E' interessante anche per chi non vive a Roma :)

    Anyway, non ho capito bene come dovrebbe funzionare il pedaggiamento (sic.) senza barriere dell'ANAS.

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